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Tornare a fare agricoltura tradizionale e’ possibile

Solo qualche mese fa avevamo scritto del potenziale di un’antica varietà di pomodoro siciliano che viene coltivato nella Piana di Licata (AG): il pomodoro Buttiglieddru, varietà che per certi aspetti potrebbe essere l’invidia di molti breeder.

Sopra: convivenza perfetta tra pomodoro e zucca lagenaria, all’insegna della sostenibilità. La coltivazione di pomodoro, come si vede dalla foto, si trova a fine campagna.

“Il nostro pomodorino Buttiglieddru di Licata – ha affermato Vincenzo Graci, presidente dell’Associazione di Tutela di questo pomodoro – ha naturalmente una marcia in più. Intanto non solo rievoca ma incarna letteralmente un’antica varietà siciliana, presente in questo territorio da oltre un trentennio. Inoltre, ha un ottimo sapore autentico di pomodoro, che non teme confronti con le tante novità proposte dal mercato; è tollerante alle fitopatie attualmente imperversanti e ha un’invidiabile LSL (long shelf life). Con queste caratteristiche si presta alla coltivazione in serra, in tunnel e, non da ultimo, in pieno campo”.

Vincenzo Graci e Angelo Di Blasi mostrano gli insetti utili (Nesidiocoris) nella pagina inferiore della foglia di zucca lagenaria.

Proprio per la sua versatilità, il Buttiglieddru, per il prodotto coltivato in pieno campo, sta per entrare a far parte di Slow Food. Ciò a riprova di un prodotto che interpreta perfettamente le tradizioni contadine e quelle della tipicità culinaria siciliana. I trapianti in pieno campo vanno da aprile a maggio e le raccolte da giugno a fine settembre.

Una nuova vetrina per il pomodorino Buttiglieddru
“Slow Food rappresenta un’ulteriore vetrina per il nostro pomodorino – ha proseguito Graci – e, assieme al percorso in itinere per il riconoscimento del marchio IGP, faranno conoscere ulteriormente questo prodotto eccezionale”.

Tra le aziende aderenti all’associazione di tutela, figura la Società Cooperativa San Francesco di C.da Bugiades a Licata, condotta da Angelo Di Blasi (nella foto sotto) che siamo andati a trovare assieme al presidente Graci.

“L’areale in cui è situata la mia azienda, come buona parte degli insediamenti agricoli della Piana di Licata – ha detto Di Blasi – è formato da terreni particolarmente salmastri, per cui il tenore zuccherino del nostro pomodorino Buttiglieddru raggiunge tranquillamente i 9 gradi Brix e oltre. Il sapore è molto intenso ed è identico a quello che ricordo quando ero bambino. Per quest’anno ho deciso di impegnare solo un ettaro con il Buttiglieddru, ma già dal prossimo la superficie sarà almeno raddoppiata. La varietà si presta benissimo alle coltivazioni per la seconda campagna, anche perché da noi zucchine e meloni, cioè le classiche coltivazioni estive, risentono di fitopatie e saturazione del mercato”.

“Poniamo molta attenzione alla sostenibilità in questa azienda – ha concluso il produttore di Buttiglieddru – infatti coltiviamo con l’ausilio di insetti utili che predano ad esempio la Tuta absoluta. A tal fine, abbiamo trapiantato tra i filari di pomodoro la zucca lagenaria che ospita questi predatori. Insomma, stiamo cercando di ricreare tutte le condizioni e gli equilibri naturali, affinché tutti i nostri prodotti siano veramente sani, oltre che buoni”.

Contatti:
Società Cooperativa San Francesco
C.da Bugiades sn – 92027 Licata (AG)
Tel.: +39 347 490 2477
Email: info@buttiglieddru.it     

 

Data di pubblicazione: lun 23 set 2019
Author: Gaetano Piccione
© FreshPlaza.it

"Il Pomodoro Buttichieddu e' un altra biodiversita' da conservare e valorizzare, il nome forse deriva da bottiglia, usato per la classica conserva al pomodoro. Questo pomodoro e' inserito nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.). Il pomodoro Buttichieddu si riconosce perché: e' di piccole dimensioni; cada uno pesa circa 10-20 grammi; presenta una buccia rosso brillante; ha una polpa molto consistente soprattutto se coltivato in aree ricche di acque ad elevato contenuto di sali. Il frutto è presente quasi tutto l’anno anche se la produzione si intensifica nel periodo che va da Gennaio a Giugno. Alla coltura sono interessati circa 500 ettari, con una produzione media ottenibile di 300 quintali."